Per la rubrica “I nostri partner, oggi FMT intervista Cristiana Iannelli, l’HSE specialist che ci ha accompagnati e seguiti nella creazione del Sistema di Gestione della Sicurezza sul Lavoro.
Ciao Cristiana! Per prima cosa ti chiederei del tuo lavoro: in cosa consiste?
Sono un HSE specialist: in sostanza mi occupo di veicolare all’interno delle aziende la cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non solo come “adempimenti normativo” ma soprattutto come opportunità di miglioramento.
Grazie all’adozione di processi, procedure, buone pratiche etc. studiati su misura per le necessità dell’Organizzazione, si raggiungono gold standard per la sicurezza nei luoghi di lavoro con un aumento di efficacia ed efficienza oggettivo e misurabile.
Ma non solo.
Attraverso l’analisi e la valutazione dei rischi, l’attuazione di attività correttive ed il monitoraggio continuo aumentiamo la soddisfazione dei lavoratori dell’Organizzazione stessa con un ritorno in termini di performance e di valore percepito.
Come ti ci sei avvicinata?
Sono sempre stata un’amante dell’organizzazione e dell’efficienza; allo stesso tempo ho sempre avuto una naturale predisposizione per la salute, la medicina e la prevenzione…
Mettendo insieme i due aspetti non è stato difficile visualizzare quale sarebbe stato il percorso accademico e professionale più congeniale alle mie skills… ed eccomi qui, a svolgere il mestiere più bello del mondo.
In FMT come si è articolata la collaborazione?
Abbiamo iniziato per gradi.
L’Organizzazione aveva bisogno di capire come innestare al suo interno un sistema di gestione ISO 45001 (sicurezza sul lavoro) per raggiungere l’obiettivo della certificazione, e siamo partiti con una “semplice consulenza”…
Ma poi, percepita la spiccata attenzione della direzione e l’entusiasmo dell’assistente alla direzione (aka Chiara, una forza della natura) verso la tematica non solo della sicurezza ma anche dell’efficienza, la consulenza ha seguito la sua naturale evoluzione verso una collaborazione più struttura basata sul rispetto e sulla fiducia reciproci.
Abbiamo fatto formazione, abbiamo analizzato limiti ed opportunità, determinato procedure e snellito processi condividendo vision e modalità operative.
Devo ammettere che l’essere entrata in questa realtà è stato non solo molto soddisfacente ma anche divertente, con tanti elementi di entusiasmo e di voglia di miglioramento.
E quando si condividono obiettivi e valori, i frutti del lavoro non possono che essere ottimi.
Sei contenta dei risultati ottenuti?
Assolutamente si!
Abbiamo centrato in pieno l’obiettivo prefissato e subito ci siamo messi in moto per attuare quel miglioramento continuo cardine di ogni Organizzazione sana… cosa si può chiedere di più?
Quali sono, secondo la tua esperienza, gli accorgimenti e le qualità che fanno sì che un’azienda si distingua in materia di sicurezza?
Sarebbero tantissimi ma, ai fini pratici, tutti riassumibili in un concetto semplice.
L’organizzazione attenta alle tematiche della salute e sicurezza è l’Organizzazione che ha capito che la propria vera risorsa sono le persone.
La sicurezza sul lavoro non è un documento da copiare ed incollare.
È un insieme di processi, quasi una missione, che ha come obiettivo non solo la salute e sicurezza in senso stretto, ma anche il benessere psicofisico di ogni lavoratore. E si sa, un lavoratore che si sente sicuro e sereno è un lavoratore più produttivo, più coinvolto e partecipe, più felice. Con tutto il circolo virtuoso che ne consegue.
Quali sono in generale i maggiori rischi a cui è sottoposto un autista di mezzi pesanti?
Se parliamo di rischi per la sicurezza (cioè che possano determinare infortunio) direi lavoro notturno ed incidenti stradali in primis….
Ma la questione si complica se parliamo di rischi per la salute: ancora troviamo il lavoro notturno (ma per gli effetti psicologici che ne derivano), l’ergonomia per il mantenimento di posture statiche per tempi prolungati, i problemi alla colonna (per le vibrazioni al corpo intero), lo stress lavoro-correlato…
Indubbiamente il mestiere del driver richiede una bella dose di dedizione e di consapevolezza…
Come si può prevenirli oltre a quanto previsto a norma di legge?
Ci sono diversi interventi…
Ad esempio la scelta di mezzi più sicuri, con dotazioni di sicurezza che intervengano in caso di colpo di sonno o distrazione del driver…
O con sedili particolarmente ammortizzati in grado di limitare la trasmissione delle vibrazioni del mezzo al driver…
O ancora interventi di formazione che mirino a sensibilizzare i driver riguardo alcune tematiche, o che gli diano strumenti per la gestione dello stress…
Con il report costante e l’analisi dei near miss…
Con l’attenta e puntuale manutenzione dei mezzi…
Insomma gli interventi sono molteplici e possono intervenire su tutti gli aspetti della vita lavorativa, sia a livello di organizzazione che di singolo individuo.
Che consigli ci dai per i nostri driver?
Di continuare esattamente come state facendo, perché avete innestato un circolo virtuoso e quando un’organizzazione si accorge che quelle “umane” sono davvero “risorse” è bello. E le cose belle bisogna dirsele.
Ti ringrazio Cristiana! Da ultimo, possiamo lasciare un tuo contatto ai lettori?
Certo! La mia mail è c.iannelli.hse@gmail.com